Padova Città d'Arte
A circa 12 Km da Montegrotto Terme sorge Padova, oggi la terza città del Veneto per popolazione e un capoluogo attivo e vivace, che continua ad attrarre anche il miglior turismo grazie all'assetto medievale delle piazze del centro storico, a una nutrita serie di episodi artistici di portata internazionale e all'estensione di un tessuto urbano d'epoca reso più suggestivo dalla straordinaria continuità dei portici. Città d'arte ricca di storia, fra le bellezze di Padova sicuramente sono ai primi posti la Basilica del Santo e la Cappella degli Scrovegni.
La Basilica del Santo
Il Santo (così la basilica è universalmente conosciuta) fu eretta, inglobando i resti della chiesa di Santa Maria Mater Domini risalente al XII secolo, dal 1232, come monumentale riparo alle spoglie del religioso portoghese, nei modi insoliti e arcaici di un revival bizantino, con cupole disposte in croce. Come spesso accade nell'architettura ecclesiastica medievale, è maggiormente spettacolare l'abside rispetto alla facciata, su arcate cieche a sesto acuto sormontate da galleria coperta e da timpano con rosone e campaniletto. L'interno a tre navate è un concentrato di capolavori. A Michele Sanmicheli si devono il monumento al cardinale Pietro Bembo, e quello in onore del nobile veneziano Alessandro Contarini. Se nella prima cappella destra riposa il Gattamelata, di maggiore importanza è lo straordinario esempio unitario di arte gotica veneziana fornito dalla cappella di San Felicenbsp;o di San Giacomo: voluta da Bonifacio dei Lupi di Soragna (1372-77) e disegnata da Andriolo de' Santi, reca affreschi di Altichiero (Leggenda di San Giacomo, dove appaiono Francesco il Vecchio da Carrara e Petrarca, e Crocifissione) che sono tra le massime espressioni dell'arte del '300. Sopra la cappella, l'organo tardoottocentesco conta ben 4.189 canne. Al di là della sagrestia, conarmadioquattrocentesco, la trecentesca sala del Capitolo ospita un frammento di Crocifissioneattribuita a Giotto e brani di affreschi della sua bottega.
Nel presbiterio, gli straordinari bronzi dell'altare maggiore, ideato ed eseguito da Donatello nel 1443-50, furono smontati e smembrati nel 1591, ma vennero recuperati e inseriti secondo una nuova disposizione ipotizzata in sede di restauro da Camillo Boito nel 1895; di Donatello è anche, dietro l'altare, la Deposizione in pietra, mentre il monumentale candelabro (1507-1515) con figurazioni sacre e allegoriche a sinistra è di Andrea Briosco, autore pure di due tra i bassorilievi biblici bronzei alle pareti. Frequentatissimo dai pellegrini ai confessionali, il deambulatorio si apre sulla serie di cappelle, di cui la maggiore, tardoseicentesca, ospita il Tesoro, dove spiccano due reliquiari (secoli XII e XV) 'della lingua incorrotta' di Sant'Antonio, navicelle rinascimentali per l'incenso e le casse lignee che avevano contenuto i resti del santo. Dalla cappella della Madonna Mora, resto della preesistente chiesa, si ha accesso alla cappella del beato Luca Belludi o dei Conti (1382), decorata dall'ultimo ciclo di affreschi eseguito da Giusto de' Menabuoi. Messe senza interruzioni si celebrano presso la cappella dell'Arca del Santo, progettata da Briosco nel 1500: l'altare al centro, su disegno di Tiziano Aspetti (1593), ha sul retro l'arca in marmo verde con le spoglie del portoghese; di grande qualità sono anche la decorazione plastica (il soffitto di Giovanni Maria Falconetto accoglie i primi stucchi realizzati in Veneto, 1533), laSanta Giustina di Giovanni Minello (1513)in una delle nicchie dell'attico e, fra i bassorilievi coevi alle pareti, il 4° da sinistra (di Sansovino), il 5° (di Sansovino e Minello) e il 6° (di Tullio Lombardo). Di Pietro Lombardo (1467) è infine il monumento del giureconsulto Antonio Roselli.
La Cappella degli Scrovegni
In suffragio dell'anima del padre, noto usuraio ricordato da Dante nella 'Divina Commedia', Enrico Scrovegni fece erigere nel 1303-1305, a fianco dell'imponente palazzo della potente famiglia di mercanti e banchieri demolito nel 1827, il monumento forse più famoso di Padova, affrescato da Giotto (storie della Vergine e di Cristo) con un ciclo di 38 episodi di eccezionale importanza per l'innovativo realismo introdotto dal pittore toscano nell'arte figurativa del tempo. Nello zoccolo delle pareti sono le sette Virtù(destra) e i sette Vizi capitali (sinistra); alla parete d'ingresso, ilGiudizio universale. All'altare, Madonna e due angeli, statue di Giovanni Pisano; nelle due nicchie dell'abside, Madonne allattantidi Giusto de' Menabuoi; dietro l'altare, sepolcro di Enrico Scrovegni.
Questi i 38 episodi raffigurati da Giotto:
- Cacciata di Gioacchino dal tempio
- San Gioacchino ripara tra i pastori
- L'angelo annuncia a Sant'Anna che sarà madre
- L'angelo annuncia a San Gioacchino sacrificante che la sua preghiera sarà esaudita
- Sogno di San Gioacchino
- Incontro di San Gioacchino e Sant'Anna alla porta aurea di Gerusalemme
- Natività di Maria
- Presentazione di Maria al tempio
- Consegna delle verghe a San Simeone
- Preghiera per la fioritura delle verghe
- Sposalizio di Maria
- Corteo nuziale di Maria
- Dio Padre affida all'arcangelo Gabriele l'annuncio a Maria
- Annunciazione
- Visitazione
- Natività
- Adorazione dei Magi
- Presentazione di Gesù al tempio
- Fuga in Egitto
- Strage degli Innocenti
- Gesù tra i dottori
- Battesimo di Gesù
- Nozze di Cana
- Risurrezione di Lazzaro
- Ingresso di Gesù in Gerusalemme
- Cacciata dei mercanti dal tempio
- Giuda riceve il prezzo del tradimento
- Ultima cena
- Lavanda dei piedi
- Bacio di Giuda
- Gesù davanti a Caifa
- Incoronazione di spine
- Salita al Calvario
- Crocifissione
- Cristo deposto
- Risurrezione
- Ascensione
- Pentecoste
Dell'Arena, risalente al 60-70 a.C. e già nel medioevo inglobata dagli Scrovegni nelle fortificazioni del loro palazzo, rimangono un tratto delle doppie mura, tre archi d'accesso, basi di pilastri, resti di condutture.